Il valore dei servizi ecosistemici

L’ambiente, la natura, gli ecosistemi, ci forniscono tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere. Non solo cibo e acqua ma anche aria per respirare, fibre per fare vestiti, materiali per costruire oggetti ed edifici, persino le sostanze dalle quali ricaviamo materiali sintetici inquinanti come plastica, gomma e polimeri. Queste forniture naturali sono dovute ai servizi ecosistemici, cioè tutte quelle attività naturali che su tempi più o meno lunghi sono in grado di ripristinare le risorse. Sono esempi concreti i cicli biogeochimici (che purificano l’acqua o formano i minerali della Terra), ma anche l’impollinazione delle api, la fotosintesi delle piante e lo scambio gassoso tra atmosfera e oceani.
Questi servizi ecosistemici esistono solo in funzione antropocentrica, cioè in funzione dell’uomo. Non sono processi che avvengono appositamente perché gli esseri umani possano usufruirne, siamo noi a dargli tale importanza mentre per l’ambiente sono delle semplici funzioni, un insieme di reazioni fisico-chimiche e biologiche. Ciononostante non sempre siamo in grado di relazionare un effettivo benessere al loro diretto utilizzo, cioè di attribuire un valore a questi servizi.
La valutazione dei servizi ecosistemici (ESV Ecosystem Service Valuation) ha come scopo finale proprio quello di associare un valore, espresso in termini economici, al capitale naturale. Attenzione: un valore, non un costo! È bene comprendere come si voglia dare un’indicazione monetaria di quanto ci costerebbe riprodurre quei beni e servizi che la natura ci fornisce gratuitamente, con mezzi tecnologici in modo artificiale. Non si tratta quindi di un’attribuzione di prezzo per rendere il servizio privatizzato e commerciabile, ma è un tentativo di fornire un’arma in più alla difesa ambientale, un’occasione per far riflettere sull’importanza degli ecosistemi che inquiniamo e distruggiamo ogni giorno. Il valore economico è sempre l’unico che viene considerato perché monetizzato, mentre il valore ecologico e socio-culturale dei servizi viene sempre scavalcato e ignorato proprio perché manca di un valore comparabile. Si dice sempre ‘ha un valore inestimabile‘, e puntualmente esso viene dimenticato.

Per l’opinione pubblica non è scontato che il sistema economico sia un sottosistema dell’ambiente; per questo motivo la percezione del benessere passa attraverso il sistema economico e i suoi servizi, relegando l’ambiente in un angolo come qualcosa di grazioso ma non indispensabile. Paradossalmente siamo più felici di avere una bella macchina, un vestito sontuoso, un importante gioiello, piuttosto che poter accedere ad acqua pulita, aria pura e cibo sano. Questi ultimi vengono dati per scontati, ma il problema della società contemporanea post-industriale è che questi valori non sono affatto scontati, anzi sono sempre più rari proprio perché diamo più importanza alla macchina, al vestito, al gioiello, all’ultimo modello tecnologico di un dispositivo che ci fa buttare quello che abbiamo comprato poco tempo prima (ancora sostanzialmente funzionante [1]), favorendo un largo consumo e spreco di risorse, aumentando i rifiuti e ampliando l’immissione di sostanze tossiche che compromettono il vero benessere come aria, acqua e cibo.

Il mondo economico si relaziona ai servizi ecosistemici in tre principali atteggiamenti: considerando l’ambiente come privo di valore; riconoscendo un valore ai servizi ma senza ritenerli scarsi, rari o in pericolo; considerando la conservazione della natura come un limite per il nostro benessere! Il metro di misura per ogni cosa è la moneta. Per far comprendere le criticità ambientali al mondo economico, il mondo scientifico tenta di parlare la lingua economica, attraverso l’attribuzione di un valore ai servizi ecosistemici. Questo è il motivo per cui viene condotto un tale studio.

Si è fatta una stima dei valori ecosistemici annuali che l’umanità sfrutta per il suo sostentamento; è risultato un valore doppio rispetto al PIL globale! Considerando che molti di questi servizi sono davvero insostituibili (non possiamo davvero credere di poterci mettere ad impollinare artificialmente i fiori di tutte le piante da coltivazione qualora le api dovessero estinguersi a causa dei pesticidi) è doveroso dare loro un certo peso economico e chiederci se certi nostri atteggiamenti siano davvero vantaggiosi anche su lungo termine.

  • FM Pulselli, S. Bastianoni, N. Marchettini e E. Tiezzi. La soglia della sostenibilità – quello che il PIL non dice. Donzelli Editore, Roma, 2011.

[1] L’obsolescenza programmata avviene quando un modello di telefono, computer, tablet e simili, diventano vecchi non perché abbiano delle componenti rotte, bensì dovuto al fatto che gli aggiornamenti non siano più supportati dal dispositivo, in quanto volutamente limitati. Per questo veniamo indotti a cambiare il nostro modello, di appena due anni (n.d.r.) con uno più nuovo, mentre quello vecchio non ha nemmeno la possibilità di venire recuperato nelle sue componenti, buttando preziosi metalli ricercati ed estratti a fatica da miniere di tutto il mondo.

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