Polveri sottili – L’ennesima emergenza di Pierino

Settimana scorsa ha fatto scalpore (e polemica) la foto twittata da Paolo Nespoli, il noto astronauta italiano da qualche mese in missione nello spazio, che ritrae il Bel Paese con una spessa coltre su tutta la pianura padana. Nebbia o smog? Questo il dubbio dello stesso scienziato. Entrambi, è la risposta più plausibile. La presenza di particolato sottile nell’atmosfera, umidità e scarsa circolazione ventosa provoca il fenomeno della caligine, molto frequente nelle megalopoli asiatiche dove il boom economico ha portato ad una motorizzazione di massa della popolazione senza adeguate regole di rispetto ambientale o sanitarie. Ricorda anche l’aria che appestava Londra all’inizio del novecento, quando grazie alla seconda rivoluzione industriale la città si colmò di ciminiere che portavano il progresso e che rendevano l’aria, già nebbiosa, anche piena di fumo. Infatti “smog” deriva dalla contrazione delle parole inglesi “smoke” (fumo) e “fog” (nebbia).


Peccato che la foto in questione è del 18 ottobre 2017, non è stata scattata sopra l’Asia e in Italia ormai non si fa altro che parlare di sostenibilità, green economy e riduzione dei gas serra! No? Come mai quindi ci ritroviamo a chiederci se quella che si vede sopra Torino, Milano e Verona sia solo nebbia o smog? Beh forse perché sono giorni che i livelli di polveri sottili in queste città sono stati superati mettendo seriamente a rischio la salute dei cittadini. E allora via! Ordinanze pubbliche di blocco del traffico, chiudete porte e finestre, non uscite di casa e magari, già che ci siete, evitate di respirare!! È un problema serio, avvertono le autorità, ma tranquilli alla prima pioggia il problema svanisce e non se ne parlerà più! Dopotutto è la prima volta che succede, giusto? Non è esattamente così tutti gli anni!

Se non si fosse capito, in realtà è così da decenni, è l’ennesima Emergenza di Pierino [1] che si ripresenta tutti gli anni. La particolarità di quest’anno è che il problema si presenta a metà autunno, invece che in pieno inverno come di consueto. È perciò probabile che l’allarmismo tornerà a spot ogni poche settimane, tra un nubifragio e l’altro, durante i quali ci si lamenterà del dissesto idrogeologico.

Le polveri sottili, cioè particolato che deriva dalla combustione dei motori e dei riscaldamenti e che contengono idrocarburi e metalli pesanti (tutte sostanze estremamente cancerogene), si accumulano nell’atmosfera cittadina e, nel caso della pianura padana, il clima locale non aiuta nella sua dispersione. Spesso non ce ne accorgiamo nemmeno, attribuendo i sintomi (ambientali e salutari) alle circostanze: si vede poco perché c’è la nebbia, ho la gola irritata e il naso chiuso perché comincia a far freddo! I casi di decessi prematuri legati a malattie causate dall’inquinamento atmosferico, principalmente malattie cardio-vascolari e respiratorie, sono stimati in 91.000 casi all’anno in Italia (nel 2015 la stima era di 84.400), il valore più alto tra i Paesi dell’Unione Europea, dove i casi sono 500.000 annui. Per fare un paragone, si tratta di 20 volte di più delle vittime da incidenti stradali.

Si tratta quindi di un problema serio e che necessita di soluzioni di lungo termine, ma lo Stato continua a trovarsi impantanato su accordi pre-crisi per uno sviluppo infrastrutturale che era già assurdo all’epoca (come la TAV e il Ponte sullo Stretto) e che impedisce di investire seriamente su programmi di mobilità sostenibile.

Il rapporto dell’ASviS (Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile) presentato alla Camera dei Deputati lo scorso 28 settembre, riporta tre le altre, le tematiche dell’inquinamento atmosferico urbano. Nell’ambito del Goal 11 degli SDG per “rendere città e comunità sostenibili” riporta che I dati sulla qualità dell’aria confermano l’eccessiva esposizione degli abitanti delle aree più popolate a concentrazioni eccessive di polveri sottili PM2.5 e PM10. Gli obiettivi per le aree urbane sono il rispetto entro il 2025 dei limiti per il PM10 e del limite stabilito dall’OMS per il particolato sottile (PM2.5) di 10 μg/m3, più restrittivo di quello europeo. Il 9 giugno scorso è stato sottoscritto il nuovo accordo sulla qualità dell’aria fra le Regioni del bacino padano ed il Ministero dell’Ambiente.

Tra le proposte elaborate dall’ASviS per tentare di trasformare le condizioni urbane attuali, vi è un piano per la mobilità volto all’eliminazione dell’uso delle auto alimentate con i carburanti tradizionali ma, data la visione miope delle amministrazioni, al momento si  sente parlare solo di una graduale eliminazione dei veicoli a motore Deasel, non facendo cenno agli investimenti su motori ad alimentazione elettrica e neppure a quella ibrida. Di certo l’attuale mentalità non favorisce il cambiamento quando a frenarlo sono influencer come Sergio Marchionne, oppure quando i servizi pubblici di smart mobility vengono gettati nei canali!

Quindi per ora non ci resta che pregare ancora che la pioggia lavi via ogni peccato di inquinamento atmosferico, facendo finta di non sapere che in questo modo il problema si trasferisce all’inquinamento idrico e del suolo.

 


[1] Riferimento alla storiella di Pierino e il Lupo, in cui il bimbo-pastorello grida “al pericolo” per finta per prendere in giro gli adulti, mentre quando poi il lupo arriva per davvero, nessuno ci crede. In questo caso la situazione è al contrario: si grida all’emergenza non perché sia finto il problema ma perché ormai in realtà “il lupo ha già devastato il gregge”, cioè il problema è già ben oltre l’emergenza e le soluzioni non sono adeguate a risolvere la radice del problema (N.d.R.).

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